Abitare il Paese. Città e Territori del Futuro Prossimo. Il manifesto del VIII Congresso Nazionale Architetti
Un programma nazionale di rigenerazione urbana da opporre all’espansione incontrollata delle città e al consumo del suolo: è quanto chiesto dagli architetti all’VIII Congresso Nazionale tenutosi a Roma il 7 luglio.
 
Secondo l’articolo 9 della Costituzione Italiana «la Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio artistico della Nazione e promuove la cultura e la ricerca». L’architettura può essere considerata parte del patrimonio artistico dell’Italia? Secondo il Manifesto approvato al termine del congresso “Abitare il Paese. Città e Territori del Futuro Prossimo” sì, e dovrebbe essere valorizzata in quanto tale.
Quello dell’architetto – e del pianificatore, del paesaggista, del conservatore – è un mestiere che mescola conoscenze storiche e scientifiche, che collega etica ed estetica, che richiede, in un’epoca in cui i saperi e le responsabilità sembrano irrimediabilmente frammentati, la non comune capacità di coordinare ambiti e discipline anche molto diversi fra loro.
 
C’è bisogno di un nuovo paradigma, insomma, che attraverso «idee e progetti incentrati sulla cultura della costruzione di qualità» porti allo sviluppo delle città italiane in maniera democratica, pacifica e, soprattutto, sostenibile. Non si può correre il rischio che le città italiane, in competizione con quelle del resto d’Europa (e del mondo), soccombano a causa dell’inadeguatezza (o, peggio, della mancanza) della loro visione strategica.
 
«In gioco c’è il futuro della nostra professione di architetto, pianificatore, paesaggista e conservatore, e della nostra stessa identità» si legge nel Manifesto. «In gioco c’è la qualità della vita e il futuro delle nostre città e dei nostri territori, con l’intenzione di rimettere l’Uomo al centro di ogni trasformazione, alimentando il potere del suo desiderio di comunità.»
 
Per maggior informazioni, visita la pagina http://www.cnappccongresso2018.it/
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