La transizione verso il Bim (Building Information Modeling)è iniziata anche in Italia: dal 1 gennaio 2019 scatta l’obbligo dell’utilizzo del metodo elettronico di modellazione  per le opere di importo pari o superiore ai 100 milioni.  La svolta è partita dall’adozione del decreto 1 dicembre 2017, n. 560 che stabilisce le modalità e i tempi di introduzione dei metodi e degli strumenti elettronici di modellazione per l’edilizia e le infrastrutture. La norma, composta da 9 articoli, è già in vigore dal 28 gennaio 2018, ma è prevista la progressività dell’applicazione, con una scansione temporale che vede l’introduzione graduale da parte delle stazioni appaltanti secondo il seguente calendario:

-Per i lavori complessi relativi a opere di importo a base di gara pari o superiore a 100 milioni di euro, a decorrere dal 1 gennaio 2019;
-Per i lavori complessi relativi a opere di importo a base di gara pari o superiore a 50 milioni di euro, a decorrere dal 1 gennaio 2020;
-Per i lavori complessi relativi a opere di importo a base di gara pari o superiore a 15 milioni di euro, a decorrere dal 1 gennaio 2021;
-Per le opere di importo a base di gara pari o superiore alla soglia di cui all’art. 35 del Codice dei Contratti -Pubblici, a decorrere dal 1 gennaio 2022;
-Per le opere di importo a base di gara pari o superiore a 1 milione di euro, a decorrere dal 1 gennaio 2023;
-Per le nuove opere di importo a base di gara pari o superiore a 100 milioni di euro potranno adeguarsi

Il Bim, alter ego dell’edificio reale
Il Modello BIM rappresenta il vero salto evolutivo nel mondo della progettazione, in grado di garantire efficienza, economicità e certezza del risultato finale. Il suo valore aggiunto è la capacità di rappresentare in virtuale una perfetta simulazione della futura esecuzione di un opera fisica.

In pratica, il Bim  è un vero e proprio alter-ego digitale dell’edificio reale, una copia virtuale perfettamente rispondente a ciò che verrà poi fisicamente costruito e successivamente gestito in ambito facility management. L’argomento viene approfondito ampiamente nel libro Ingegneria elevato n,editore Dei Merangoli, un testo che introduce pionieristicamente i principi dell’ingegneria collaborativa e individua le basi dei future trends della professione a livello globale.

Il modello Bim viene elaborato attraverso evoluti software di progettazione, all’interno dei quali è possibile racchiudere e trasferire informazioni e permette di progettare in maniera realmente collaborativa perché l’opera viene costruita virtualmente in un ambiente digitale dove tutte le discipline sono interconnesse.

Il Building Information Modeling è lo strumento informatico che consente l’applicazione dei principi della Wikinomics - l’economia della condivisione- ai progetti e alle opere di ingegneria e rappresenta la soluzione concreta alle sfide poste dall’IPD, Integrated Project Delivery (Modello di progettazione integrata) una rivoluzionaria metodologia di management nata negli Stati Uniti e  che in poco più di un ventennio ha  capovolto i metodi tradizionali della progettazione, dando priorità all’ottimizzazione del risultato piuttosto che alla logica del maggior ribasso.

 Attraverso il Bim, dunque, si creano uno o più alter ego digitali intelligenti della costruzione finalizzati alla raccolta di informazioni per progettare e gestire in modo rapido e sostenibile l’opera rispetto alle tradizionali tecniche Cad. Con un grande vantaggio: i modelli virtuali consentono analisi e controlli accurati su eventuali carenze strutturali fin dalle prime fasi di progettazione,  e successivamente nella fase realizzativa e in quella finale di gestione dell’opera. La differenza rispetto ai metodi tradizionali è fondamentale, perché per la prima volta vengono coinvolte, in un processo integrato le competenze, le responsabilità e le esigenze di tutta la filiera professionale dell’AEC, (Architecture, Engineering and Construction), compresi i committenti e gli utilizzatori finali.

Il futuro dell’ingegneria dentro le piattaforme collaborative: CollEngWorld, una buona prassi
I concetti di Ipd, Bim, Peer production, Blockchain rappresentano la frontiera e la sfida evolutiva della progettazione e delle professioni AEC. Una sfida raccolta da CollEngWord, community per l’ingegneria collaborativa nata in Italia e protagonista di un ambizioso progetto sperimentale che adotta la metodologia IPD  nell’ottica di sviluppo di un network professionale  interamente collaborativo ed altamente automatizzato.

Il futuro delle professioni sarà sempre più caratterizzato dall'orizzontalità e dall'automazione dei processi. CollaborazioneCondivisione e Trasparenza sono i tre pilastri sui quali CollEngWorld fonda la sua mission: creare uno spazio open source per la condivisione di idee e progetti, con la finalità di trasformare un sistema chiuso in una piattaforma democratica di discussione partecipata, in cui l’accesso alla progettazione viene resa possibile a tutti, in una logica di integrazione e di team. Il valore aggiunto di questo approccio organizzativo è dato dal focus verso l’ottimizzazione e la coerenza del risultato complessivo, che esalta il lavoro di networking e –come già accennato- l’utilizzo di modelli avanzati come il BiM, riducendo al minimo il rischio di frammentazione della progettazione tipico delle organizzazioni tradizionali. 

 

 

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