A Sos Enattos si ascolta il silenzio sismico per l'Einstein Telescope

Immagina un’isola che rimane immobile mentre tutto attorno a lei è in continuo movimento. Questa è la Sardegna: una delle terre più stabili d’Europa, circondata da un Mediterraneo in perenne attività tettonica. È come se l’isola fosse un’enclave di tranquillità geologica in un mare turbolento.

Ed è proprio questa sua quiete unica a rendere la Sardegna uno dei candidati perfetti per l’Einstein Telescope, una struttura che dovrà effettuare delle rilevazioni estremamente sensibili, le quali dovranno essere schermate da ogni vibrazione sismica. Solo così si potranno rilevare le onde gravitazionali, segnali cosmici incredibilmente deboli e tanto difficili da catturare. In questo senso, il sito di Sos Enattos incarna questa pace sismica e rappresenta uno dei siti predestinati a ospitare l'immensa infrastruttura dell'ET. Non è solo una miniera abbandonata, ma una finestra sul passato geologico e un potenziale trampolino di lancio per il futuro dell’astrofisica.

In questo periodo, nella zona di Sos Enattos, tra Lula e Bitti, si stanno svolgendo due esperimenti condotti dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), per studiare nello specifico il silenzio sismico che caratterizza l’isola. L’obiettivo è quello di comprendere meglio la natura profonda del sottosuolo, svelare le sue caratteristiche intrinseche e capire che cosa rende questo sito così unico al mondo. Ma quali sono questi esperimenti? Vediamoli di seguito nel dettaglio.

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Primo esperimento: una fotografia 3D del sottosuolo

Il primo dei due esperimenti in corso è un’avventura sotterranea, in quanto prevede la realizzazione di una mappa tridimensionale dettagliata del sottosuolo di Sos Enattos. Utilizzando sofisticate tecnologie di imaging geofisico, i ricercatori hanno analizzato le due gallerie principali dell’ex miniera, individuando faglie, cavità e cunicoli con precisione millimetrica, ciascuno con la sua densità specifica. Ogni elemento viene scannerizzato per capire come si comporta il sottosuolo in termini di densità e stabilità.

Perché questo è importante? Primo fra tutti per determinare con esatezza la stabilità geologica, identificando potenziali punti di debolezza o discontinuità nel sottosuolo che potrebbero inficiare sulla struttura dell'Einstein Telescope. Se lo si vuole costruire qui, bisogna avere la certezza che il terreno non solo sia stabile oggi, ma lo resti per decenni. Inoltre, questo esperimento è una sorta di radiografia del sottosuolo, un passaggio fondamentale per garantire che il telescopio possa funzionare senza disturbi.

Ma non si tratta solo di geologia: i dati raccolti alimentano una rete di collaborazione scientifica che coinvolge fisici, ingegneri e tecnici. Sos Enattos è diventato, a conti fatti, un hub di innovazione, dove discipline diverse si incontrano per un obiettivo comune. Un laboratorio naturale per studi integrati, in cui professionisti di differenti settori lavorano insieme per restituire un quadro comune. Infine, oltre che per la stabilità geologica, le informazioni che restituiscono queste fotografie sono fondamentali per effettuare valutazioni sulla sicurezza in merito alla progettazione dell'infrastruttura in questo sito specifico. Al termine di questo esperimento si potrà ottenere una visione più completa e dettagliata dell'area.

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Secondo esperimento: alla ricerca del rumore sismico

A pochi chilometri dalla miniera, nel comune di Bitti, il secondo esperimento sta dando voce a ciò che di solito passa inosservato: il rumore sismico. Nell’ambito del Sardinia Far Fault Observatory (FABER), un secondo gruppo di ricercatori dell’INGV ha lavorato sulla mappatura del rumore ambientale, attraverso l'installazione di 17 sismometri a banda larga, strumenti sensibilissimi in grado di captare vibrazioni fino a 200 metri di profondità. La loro particolarità? Un'innovativa configurazione ad elica, progettata per registrare con estrema precisione anche le più piccole variazioni nel sottosuolo.

I ricercatori stanno mappando il "silenzio" dell’area per capire meglio la sua natura. Non è solo questione di assenza di terremoti: anche il rumore sismico più debole, causato da attività umane o da movimenti naturali, può essere un ostacolo per il funzionamento di strumenti delicati come quelli che verranno utilizzati all'interno della struttura dell’Einstein Telescope.

L'installazione di questi sismometri non si limita a raccogliere dati sulla quiete apparente del sottosuolo, ma permette anche di analizzare con precisione i fattori che potrebbero disturbare questa tranquillità. Le vibrazioni provenienti da fonti naturali, come il vento, la pioggia o il movimento delle acque sotterranee, così come quelle generate da attività umane, come il traffico stradale o l'industria, possono sembrare irrilevanti a prima vista, ma in realtà sono in grado di interferire con le misurazioni di strumenti estremamente sensibili. L'obiettivo degli esperimenti in corso è quindi quello di creare una mappa dettagliata del rumore sismico per identificare eventuali fonti di disturbo e verificare se l'ambiente di Sos Enattos sia veramente privo di interferenze sufficienti per garantire il funzionamento ottimale dell'ET. 

I dati forniti da questi esperimenti forniranno delle informazioni cruciali per capire se Sos Enattos rappresenta il sito migliore per il rilevatore di onde gravitazionali, ma anche per identificare l'origine del silenzio sismico e le peculiarità geologiche della Sardegna. Cosa rende quest'isola così silenziosa da questo punto di vista, rispetto alle altre presenti nel Mediterraneo? Un ampio programma di ricerca che aiuterebbe anche per altre future installazioni di strumenti scientifici e di tecnologie sensibili e che renderebbero l'area di Sos Enattos un punto di riferimento a livello globale.

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