Come tutti sapete nelle prime due settimane del mese di novembre si è svolta la XXVI Conferenza delle Parti dell'UNFCCC 2021 (UN Climate Change Conference of the Parties), da cui l’acronimo COP26. La sua origine risale al 1992 a Rio de Janeiro, in cui si è tenuta la Conferenza sull'Ambiente e sullo Sviluppo delle Nazioni Unite (Summit della Terra), da cui sono nati gli Accordi di Rio, un trattato ambientale internazionale prodotto con l’obbiettivo di ridurre le emissioni dei gas serra, alla base del riscaldamento globale. Nel corso degli anni, a cadenza quasi annuale, le nazioni si sono riunite per monitorare e calibrare gli obbiettivi prefissati.
Quali sono stati gli obbiettivi della Conferenza delle Parti dell'UNFCCC e nello specificio della COP26?
- Azzerare le emissioni nette a livello globale entro il 2050 e puntare a limitare l’aumento delle temperature a 1,5°C. L’obbiettivo dei Paesi membri è quello di ridurre le emissioni entro il 2030 in modo da finalizzare il raggiungimento di un sistema a zero emissioni nette entro la metà del secolo. Quali sono le azioni identificate che possono risolvere il problema? sono l’accelerazione del processo di fuoriuscita dal carbone, la riduzione della deforestazione, l’accelerazione della transizione verso i veicoli elettrici, l’incoraggiamento degli investimenti nelle energie rinnovabili.
- Adattarsi per la salvaguardia delle comunità e degli habitat naturali. Dato come certo il cambiamento ormai inesorabile del clima, che provocherà effetti devastanti nonostante la riduzione delle emissioni, è necessario incoraggiare i Paesi colpiti dai cambiamenti climatici e metterli nelle condizioni di proteggere e ripristinare i loro ecosistemi, costruire difese, sistemi di allerta, infrastrutture e agricolture più resilienti per contrastare la perdita di abitazioni, mezzi di sussistenza e vite umane.
- Mobilitare i finanziamenti. Per raggiungere gli obbiettivi prefissati, i Paesi sviluppati devono mantenere la loro promessa di mobilitare almeno 100 miliardi di dollari l’anno in finanziamenti per il clima entro il 2020. Le istituzioni finanziarie internazionali dovranno fornire un aiuto sia alla finanza pubblica che a quella privata, in modo che si possano impiegare più fondi per raggiungere zero emissioni nette globali.
- Collaborare. Solo la coesione di tutte le parti si potrà affrontare la crisi climatica. Per questo è necessario finalizzare il “Libro delle Regole” di Parigi (le regole dettagliate necessarie per rendere pienamente operativo l’Accordo di Parigi) e accelerare le attività volte ad affrontare la crisi climatica rafforzando la collaborazione tra i governi, le imprese e la società civile.
Invece, quali sono i risultati emersi dalla conferenza sul clima di quest’anno a Glasgow?
- Mantenere il riscaldamento globale sotto 1,5 gradi dai livelli pre-industriali, a discapito di ciò che fu affermato dall’Accordo di Parigi del 2015 che metteva come obiettivo principale i 2 gradi, e 1 grado e mezzo come quello ottimale.
- Decarbonizzazione per tutti gli stati firmatari con un taglio del 45% delle emissioni di anidride carbonica al 2030 rispetto al 2010, e zero emissioni nette intorno alla metà del secolo. Il testo invita i paesi a tagliare drasticamente anche gli altri gas serra (metano e protossido di azoto).
- Accelerare i tempi sull'installazione di fonti energetiche rinnovabili e sulla riduzione delle centrali a carbone e dei sussidi alle fonti fossili. La Cop26 riconosce l'importanza di giovani, donne e comunità indigene nella lotta alla crisi climatica, e stabilisce che la transizione ecologica debba essere giusta ed equa.
- Sono state varate le linee guida per tre previsioni dell'Accordo di Parigi che finora erano rimaste inattuate: il mercato globale delle emissioni di carbonio; il reporting format con le norme con cui gli stati comunicano i loro risultati nella decarbonizzazione; le norme per l'attuazione dell'Accordo di Parigi
Cosa non è stato considerato o trascurato nella COP26?
Gli elementi prefissati nella prima Conferenza delle Parti dell'UNFCCC che ancora non stanno ottenendo dei risultati o delle risposte concrete sono rilevanti. Uno di questi riguarda gli aiuti ai paesi meno sviluppati per affrontare la crisi climatica. È stato chiesto ai paesi ricchi di raddoppiare i loro stanziamenti, ma nel testo non è fissata una data per attivare il fondo da 100 miliardi di dollari all'anno in aiuti per la decarbonizzazione, quindi i paesi ricchi non sono ufficialmente vincolati. Il documento finale, inoltre, non prevede poi un fondo apposito per ristorare le perdite e i danni del cambiamento climatico nei paesi vulnerabili, ma solo di aprire il dialogo per istituirlo.
Sul fronte degli accordi internazionali la novità più eclatante è il patto di collaborazione fra Usa e Cina sulla lotta al cambiamento climatico. Le superpotenze rivali accettano di lavorare insieme su tutti i dossier che riguardano il clima, dalle rinnovabili alla tutela degli ecosistemi. Inoltre sono nati l'accordo per fermare la deforestazione al 2030 fra 134 paesi (compresi Brasile, Russia e Cina), con uno stanziamento di 19,2 miliardi di dollari, e quello per ridurre del 30% le emissioni di metano al 2030 (ma senza Cina, India e Russia). Venticinque paesi (fra i quali l'Italia) hanno deciso di fermare il finanziamento di centrali a carbone all'estero e altri 23 di cominciare a dismettere il carbone per la produzione elettrica.
E voi cosa ne pensate? Secondo voi, quali sono i temi che necessitano un'intervento urgente? Come può l'ingegnere, l'architetto o un professionista dell'edilizia contribuire a raggiungere questi obbiettivi?
Fateci sapere cosa ne pensate!
Fonti:
COP26 - https://ukcop26.org/it/gli-obiettivi-della-cop26/
Crediti immagine: https://ukcop26.org/it/iniziale/
Comments