Una delle tematiche cardine, che negli ultimi mesi ha animato questa pagina e i canali afferenti, è quella di come l’uomo possa riutilizzare, reinventare e riconvertire ciò che produce. Nel nostro caso, come progettisti e operanti nel settore edile, abbiamo vagliato molteplici metodologie su come sia possibile riutilizzare i materiali impiegati nei processi costruttivi, consumare meno energie e risorse primarie, ma più in generale come avere un impatto ambientale ridotto nell’esercizio del settore edile. Il tema dell’architettura reversibile ha portato il discorso a un livello di approfondimento più elevato: si è parlato di come un edificio possa essere smantellato per riutilizzare i materiali da costruzione ma anche ipotesi di riutilizzo.

Ma quando questo non succede? Cosa accade agli edifici che non trovano un nuovo scopo?

Persistono deteriorandosi lentamente, oltre che diventare scenari ideali per narrazioni dell’orrore horror, letterarie o cinematografiche. Non gli resta che questo.

Vi portiamo qualche famoso esempio.

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Città abbandonata di Pripyat, Ucraina

Situata nel nord dell’Ucraina vicino al confine con la Bielorussia, è una città fantasma evacuata dopo l’esplosione della vicina centrale nucleare di Chernobyl. La città fu fondata il 4 febbraio 1970 come città nucleare dell’Unione Sovietica, con lo scopo di ospitare sia i dipendenti della centrale nucleare che i costruttori della città, con le loro rispettive famiglie. Gli abitanti erano circa 49 mila con un’età media molto bassa, circa 26 anni, a causa della presenza di giovani lavoratori e loro figli. Dopo il disastro di Chernobyl (26 aprile 1986), a causa di mancata diffusione delle informazioni tra Russia e Ucraina, la città non fu evacuata immediatamente; dunque, molte morti delle prime ore post esplosione furono causate dalle forti radiazioni. Nel momento dell’evacuazione, i residenti si sono potuti portare solo pochi effetti personali, poiché si pensava un distacco breve. Questo ha fatto sì che in questa città abbandonata sia rimasta congelata degli anni ’80, uno frammento di un periodo storico e di una cultura che on torneranno più. Dal punto di vista architettonico, le forme e lo stile è riconducibile sicuramente al modernismo sovietico, che ha caratterizzato tutta la seconda metà del XX secolo dell’Est Europa sotto la dominazione russa. Grandi complessi residenziali in calcestruzzo dalle finestre cubiche e labirintici corridoi e scale, edifici pubblici imponenti con spazi a doppia altezza e fronti strada monumentali, un parco divertimenti che dona la connotazione inquietante che avvolge tutti questi spazi, il tutto condito da una vegetazione infestante che si sta appropriando nuovamente di questo luogo.

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Isola di Hashima, Giappone

Hashima fa parte delle 505 isole disabitate della prefettura di Nagasaki, a seguito delle esplosioni della bomba atomica della Seconda Guerra mondiale. È stata costruita a fine Ottocento come polo per l’estrazione del carbone (Mitsubishi) ed è stata tra i siti minerari più produttivi di tutto il Giappone fino al 1974, anno di chiusura dello stabilimento e dell’abbandono del complesso. Da allora è rimasta disabitata ma rappresenta uno dei più reperti di archeologia industriale più significativi al mondo. Nel 2009 parte dell'isola è stata resa accessibile per scopi turistici e nel 2015 è diventata uno dei siti storici industriali inseriti tra i patrimoni dell'umanità dall'UNESCO. A partire da una decina d’anni dopo la sua fondazione, si registrò un notevole incremento demografico e dunque l’esigenza di strutture residenziali e servizi alle famiglie degli operai impiegati nel sito; si progettò dunque un sistematico ampliamento della superficie dell'isola e la realizzazione di un primo agglomerato urbano, che si susseguirono fino al 1931. L’immagine dell’isola, all’alba della Seconda Guerra mondiale, si era totalmente modificata in una piccola città mineraria affacciata sul mare, uno spazio urbano che comprendeva condomini e attività commerciali, oltre che un ospedale e una scuola. Il complesso presenta le stesse caratteristiche stilistiche del precedente esempio, in quanto inserito in un periodo storico e in un’area geografica che hanno subito la medesima influenza, salvo per caratterizzazioni tradizionali del Giappone, come le terme comunitarie o spazi di religiosi. Brutalismo al di fuori e la tradizione lignea per gli interni. 

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Il monumento al partito comunista di Buzludzha, Bulgaria

Come ultimo esempio torniamo nuovamente nell’ex URSS ma per analizzare un edificio che incarna a pieno la potenza che il regime comunista voleva esprimere successivamente alla rivoluzione, soprattutto delle regioni satellite. La Casa monumentale del Partito Comunista Bulgaro fu costruita nel 1981 sulla cima del Buzludža, una delle cime più alte dei Balcani, per commemorare gli eventi del 1891, quando Dimităr Blagoev e compagni si riunirono segretamente per formare un movimento socialista, precursore del Partito Comunista Bulgaro. La vita di questo monumento fu particolarmente breve se si considera che la sua dismissione avvenne solo nove anni dopo, nel 1990, alla caduta del regime comunista bulgaro. La sua costruzione, iniziata nel 1974 ad opera dell'architetto Georgi Stoilov, porta alla realizzazione di un edificio a disco in calcestruzzo che esemplifica l'architettura brutalista del periodo. All’interno sono presenti 510 m2 di mosaici che coprono le pareti e la sommità della cupola, come commemorazione della storia del Partito comunista bulgaro; ad oggi si è persa una parte di questo patrimonio artistico a causa dell'abbandono e degli atti vandalici.

 

Questi sono solo alcuni esempi di strutture abbandonate allo scorrere del tempo. Lo studio e la conoscenza di ciò che come umani e governi abbiamo costruito incrementerà la consapevolezza dell’eredità che lasciamo su questo pianeta?

 

Fonti

Focus.it - Foto surreali di luoghi abbandonati e città fantasma https://www.focus.it/tecnologia/architettura/le-foto-surreali-di-17-luoghi-abbandonati

Habitante - Italia Abbandonata, un viaggio nella bellezza decadente e dimenticata https://www.habitante.it/habitare/architettura/italia-abbandonata-un-viaggio-nella-bellezza-decadente-e-dimenticata/

Green Tour - Chernobyl Today: All You Need To Know About The Disaster https://greentourua.com/chernobyl-today-all-you-need-to-know-about-the-disaster/

Vanilla Magazine - Pripyat: la Città Fantasma vicino Chernobyl ripresa con un Drone https://www.vanillamagazine.it/pripyat-la-citta-fantasma-vicino-chernobyl-ripresa-con-un-drone/

Rete News - Chernobyl e Pripyat, quando saranno abitabili e perché si può vivere a Hiroshima? https://www.rete-news.it/curiosita/chernobyl-e-pripyat-quando-saranno-abitabili-e-perche-si-puo-vivere-a-hiroshima.html#Chernobyl_quando_sara_abitabile

Geopop - L’isola “fantasma” di Hashima: dagli anni d’oro delle miniere di carbone all’abbandono  https://www.geopop.it/lisola-fantasma-di-hashima-dagli-anni-doro-delle-miniere-di-carbone-allabbandono/

Architizer - Ruin: Explore the Forgotten Architecture of Hashima, an Abandoned Japanese Island https://architizer.com/blog/inspiration/collections/visit-hashima-an-abandoned-japanese-island/

UBC Blogs. The University of British Columbia - Hashima Island: difficult heritage https://blogs.ubc.ca/buildingempire/2021/04/26/hashima-island-difficult-heritage/

East Journal - Il monumento di Buzludža, la storia dell’ufo bulgaro https://www.eastjournal.net/archives/112822

Architectuul - Buzludzha https://architectuul.com/architecture/buzludzha

Touring Bulgaria - Buzludža monument https://touringbulgaria.wordpress.com/2021/03/29/buzludza-monument/

 

Immagini

Chernobyl zone, ghost city Prypiat; autore: Tijuana2014 (da CanvaPro)

L'isola della corazzata a Nagasaki; autore: Leung Cho Pan (da CanvaPro)

Buzludzha communist monument: autore: roibu (da CanvaPro)

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