Ormai la realizzazione di qualsiasi tipo di progetto, grande o piccolo che sia, richiede un’ampia gamma di professionalità, conoscenze, specializzazioni e punti di vista. Si ha dunque la necessità di un approccio multidisciplinare, in cui la mente di un gruppo coeso, con differenti capacità di pensiero e varie modalità di approccio alla soluzione, introduca una strategia più profonda, completa ed efficace. È ciò che avviene in particolar modo nel mondo dell’Ingegneria, dell’Architettura e delle Costruzioni. Questo è un settore che negli ultimi decenni, sia a causa dell’avanzare della tecnologia che dei fondi del PNRR, utilizza un metodo integrato per la gestione di progetti complessi, i quali non sono più affidati a un singolo professionista o a una sola società, ma devono essere il risultato delle molteplici competenze che un gruppo di specialisti mette sul tavolo.

Entra qui in gioco il concetto di Ingegneria Collaborativa.

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Vediamolo nel dettaglio. Basandosi sui principi della Wikinomics, per Ingegneria Collaborativa si intende un modello che metta nello stesso insieme diversi professionisti, un collegamento che possa facilitare la loro possibilità di collaborare, in modo che siano in grado di unire le loro competenze, esperienze e professionalità per l’ottenimento di un risultato celere, eccellente ed economico. Si tratta quindi di implementare la teoria della condivisione e della collaborazione: grazie alle innovazioni tecnologiche degli ultimi decenni (internet cloud, BIM, blockchain, etc.) si è in grado di mettere insieme diversi specialisti, diversi background e formazioni, con un’ovvia diminuzione dei costi e dei tempi necessari che si avrebbero altresì offline.

Si crea così un ambiente ricco di stimoli e di creatività dove non solo i professionisti possano confrontarsi su progetti e questioni prettamente lavorative, ma diventa terreno fertile per idee, suggestioni, nuove possibilità. Il modo collaborativo consente di agire con una maggiore forza verso un obbiettivo comune che tenga conto del futuro dell’uomo, della qualità della vita, della tutela ambientale e di uno sviluppo sostenibile. Dunque, l’ingegneria collaborativa come rivoluzione a beneficio dell’umanità.

Questa è dunque l’Ingegneria del futuro o il futuro dell’Ingegneria ovvero l’unica strada percorribile? Noi propendiamo per la seconda opzione. L’ingegnere o il progettista, quindi, ha l’importante compito di prepararsi oggi stesso a questo cambiamento necessario. Un buon professionista dovrà essere flessibile, collaborativo, creativo e possedere le cosiddette competenze trasversali. E dovrà utilizzare al meglio l’intelligenza collettiva per un risultato eccellente e di qualità.

È importante che sia grado di prevedere come si evolvono le cose all’interno della società, evitando che i progetti diventino obsoleti e antiquati ancora prima di essere utilizzati dai cittadini. Avrà il compito, infine, anche di dare un’occhiata al passato, alla figura dell’ingegnere e dell’architetto (e di tutte le altre) come erano un tempo, ovvero professionisti impegnati su più fronti, su più discipline, con uno sguardo più ampio e meno settoriale. Come una sorta di Leonardo da Vinci dei nostri tempi.

È un obbiettivo che non si può ottenere da soli. Ma se più menti si uniscono in una collaborazione planetaria, il risultato è assicurato.

 

Fonti

CollEngWorld - Ingegneria ⁿ : Ingegneria del Futuro o Futuro dell’Ingegneria? http://community.collengworld.com/blog/ingegneria-ingegneria-del-futuro-o-futuro-dell-ingegneria

FLOWS Magazine - Ingegneria elevato(n). Innovazione e collaborazione nel mondo professionale di domani. https://www.flowsmag.com/it/2017/07/21/ingegneria-elevaton/

Ingegneria Elevaton; M. Boi, P. Boi; Dei Merangoli Editrice, Roma (2017).

 

Immagini

Gruppo Di Persone Sedute Al Chiuso – fauxels, Pexels

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